Nunatak n. 56 – primavera 2020

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Nonostante le difficoltà di questo periodo “emergenziale” abbiamo voluto comunque uscire con la rivista per tempo, in questa strana primavera. L’abbiamo fatto proprio per raggiungere fisicamente i nostri lettori e le nostre lettrici, in un momento in cui tutto sembra volgere definitivamente verso il virtuale. Noi no. Per questo chiediamo a tutti gli amici e le amiche di Nunatak uno sforzo in più per far circolare queste pagine. Oggi più che mai, se passando di mano in mano serviranno a far rivedere delle persone, a incontrarne di nuove, a spezzare l’isolamento, a rompere divieti, ad aprire crepe in quella normalità a cui non vogliamo tornare, avranno raggiunto il loro scopo.

SOMMARIO

Editoriale. Il problema è la soluzione

5G, verso un controllo totalitario, di Resistenze al Nanomondo (Bergamo)

Fuochi sulle Alpi. Prima parte: ritualità e sussistenza, di Michela Zucca

Il materialismo della gioia, lettera di Manuel Oxoli (Carcere di Monza)

Agrafa: contro l’eolico industriale e la speculazione “verde”, da Apatris

Quintino e la “difficile resistenza” in Trentino Alto Adige, di Enzo Ianes

Trùc, un’esperienza in cammino, di Trùc (gruppo di escursionismo politico)

Bambù e barbecue… Saperi senza tempo né confini, di Lettore Anonimo

EDITORIALE – Nunatak n. 56, primavera 2020

Il problema è la soluzione

Mentre la vita reale, per chi sta rinchiuso in casa, sembra rallentare come per chi è detenuto, la vita virtuale accelera macinando ogni minuto un nuovo imperdibile bollettino di guerra. Noi invece continuiamo a uscire ogni stagione, su carta, come sempre. Una scelta che rivendichiamo senza sindromi di inadeguatezza. Crediamo, tanto per iniziare, che tempo e spazio per ragionare non siano mai un lusso, e che libertà d’azione e di parola non siano barattabili con nulla, neanche con fantomatiche “salvezze”. A meno di non voler rinunciare a vivere per paura di morire.

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Nunatak n.54-55, autunno-inverno 2019-2020

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Dal Cile alla Guinea, dall’Iraq alla Catalunya, a Hong Kong, al Libano, e ancora Kashmir, Yemen, Siria… Il mondo è in fiamme. Che senso ha, verrebbe da chiedersi, continuare ostinatamente a battere i sentieri delle nostre così “piccole montagne”? Eppure è proprio quando un mondo esplode che possiamo raccogliere, tra le rovine, ciò che abbiamo seminato là dove siamo. È proprio quando un ordine si disgrega che quello che siamo riusciti a realizzare là dove siamo può fare la differenza tra un abisso di tirannia e guerra tra poveri o un nuovo cammino di comunità aperte e solidali. Sono entrambi dietro l’angolo.

SOMMARIO

Editoriale

Come su un guscio di noce bucato… Passaggi migratori e agricoltura di comunità, chiacchierata con Roberto Schellino

La montagna come periferia, di Giobbe

L’acquavite, le norme e il signor Paul, di Yann Renoult

Quelli che il lupo…, di Irene Borgna

Pane e vino e la paga subito! Intervista a un vendemmiatore e a una vendemmiatrice stagionali

Franja, un ospedale partigiano in Slovenia, di Stecco

Hasankeyf, una diga contro le popolazioni, contro la natura e contro la storia,di Aldo Canestrari

Cantieri del TAV in Valsusa. Aggiornamento tecnico, di RadioNoTav

La bon-a bataja, di Tavo Burat

Nunatak n. 51-52 – estate-autunno 2018

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SOMMARIO

Editoriale

From Dhaka to Paesana… solo andata (Lele Odiardo)

Il ventunesimo secolo sarà contadino … o non sarà  (Silvia Pérez-Vitoria)

Bollicine al veleno (Gianni Sartori)

L’Alpine Club e l’invenzione dell’alpinismo nella Gran Bretagna vittoriana (a cura di Giulio)

Il disastro della diga del Gleno, primo dicembre 1923 (Spazio anarchico Underground – Bergamo)

La fata verde (a cura di Achtung)

La Porca Fughéta